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4 Lezioni dal Film “I Pirati di Silicon Valley”

Qualche giorno fa ho rivisto “I pirati di Silicon Valley”, il film del 1999 che racconta la storia dei fondatori di due società che più di tutte hanno caratterizzato un’epoca: Bill Gates e Steve Jobs.

Tratto dal libro “Fire in the Valley”, il film racconta in modo romanzato ma essenzialmente veritiero le vicende che hanno portato due giovani sognatori, ma anche furbi e scaltri a creare le aziende che in pochi anni sono diventate le maggiori società del pianeta: la Apple e la Microsoft.

In questo post non voglio certo fare la recensione del film, che tuttavia ti consiglio di guardare se sei appassionato di tecnologia, ma riflettere su 4 aspetti che ritengo cruciali e dove per primo ho commesso degli errori nel corso della mia vita professionale.

Inventare qualcosa, sia esso un prodotto o un’idea non significa essere la persona che ci guadagna da quell’innovazione. Osservare quello che fanno gli altri, copiare e migliorare sembra essere una strategia più proficua. Innamorarsi delle proprie innovazioni la madre di tutti i fallimenti.
  • Bill Gates diventa ricco grazie al DOS che compra per pochi soldi da un anonimo inventore. Poi, grazie a WINDOWS  che sviluppa a partire dal sistema operativo a finestre copiato dalla Apple diventa uno degli uomini più facoltosi del mondo.

  • Secondo il film, Steve Jobs il mouse ed il famoso sistema operativo a finestre lo ruba alla Rank Xerox che non sapeva cosa farsene (nella realtà lo comprò quasi gratuitamente).

Il “Personal Branding” e la propria immagine sono fondamentali per avere successo.

  • A Steve Jobs venne rifiutato un finanziamento per la nascente Apple da tutte le banche in cui si recò. Jobs vestiva come un giovane hippy degli anni ’70, portava la barba incolta ed i capelli lunghi. Parlava di sogni e di un mondo che stava per cambiare a funzionari interessati ai numeri e disposti a dare fiducia solamente a persone che erano “simili” a loro.

  • Bill Gates “finse” di avere un quartier generale prestigioso per contrattare con i grandi del settore, anche se in realtà la start up Microsoft lavorava nella stanza affittata di un modesto motel di periferia. Se non avesse fatto così, probabilmente non lo avrebbero neppure preso in considerazione.

Gli scenari competitivi cambiano velocemente…occorre essere vigili e flessibili.

  • La HP, società per la quale  collaborava “Woz”, non aveva capito che il futuro sarebbe stata l’informatica distribuita. Quando Steve Wozniak gli mostrò il personal computer che aveva costruito gli dissero che nessuno sarebbe stato interessato ad acquistare tale prodotto.
    Senza quell’atto miope, la Apple non sarebbe mai nata.

  • Bill Gates vendette le licenze d’uso del DOS alla IBM, non il software come era normale in quel periodo. “Big Blue” accettò la richiesta di Bill perché pensavano che l’hardware rimanesse sempre il fattore critico di successo.
    Ma il mondo stava cambiando…e Gates divenne l’uomo più ricco del mondo con quella clausola.

  • Steve Jobs era convinto che il suo nemico fosse l’IBM. Scoprirà poi a caro prezzo che in realtà il rischio maggiore era costituito dalla Microsoft che dall’alto del suo ego considerava subalterna e del tutto inferiore per innovazione e tecnologia alla Apple.

Se aspetti di essere pronto…non partirai mai. Il rischio fa parte del gioco.

  • Bill Gates vendette le licenze del sistema operativo DOS a IBM senza ancora possederlo. Se il suo creatore si fosse rifiutato di venderlo?

  • Steve Jobs vendette migliaia di copie del primo Mac alle fiere…pur avendone pochissimi disponibili.