Non trasformarti in un Influencer

Non trasformarti in un Influencer!

Uno degli errori più comuni e rischiosi è quello di pensare che il massimo risultato di un’attività di Personal Branding sia quello di trasformarti in un Influencer.

Sì tratta di un malinteso a volte alimentato involontariamente dagli stessi professionisti del Marketing che, per spiegare il meccanismo “di fiducia” generato da un efficace attività Personal Branding, ricorrono a questa parola “di moda”.

Ma l’influencer propriamente detto è un mestiere diverso dall’attività di un medico, di un avvocato o di un consulente finanziario in cerca di nuovi clienti.

Dal punto di vista del “business”, l’Influencer è assai più vicino al ruolo dell’uomo di spettacolo che monetizza la propria popolarità in un determinato ambito.

COME GUADAGNA UN INFLUENCER?

I pochi “veri” Influencer che riescono a ricavare direttamente un reddito adeguato dalla loro attività guadagnano grazie a:

  • Post sponsorizzati sul sito
  • Product placement
  • Partecipazione retribuita ad eventi organizzati da società che li chiamano per la loro popolarità
  • Spot pubblicitari
  • Creazione di linee di prodotto vendute quasi esclusivamente ai “fan”

È del tutto evidente che per generare un business di questo tipo devi avere un elevato numero di fan ed un’ottima riconoscibilità.

Non solo è molto difficile riuscirci ma è un’attività a tempo pieno che richiede per lo più il ricorso ad un team di collaboratori.

Pensa a Marco Montemagno a Chiara Ferragni o a Clio Zammatteo (ClioMakeUp).

 

PERCHÈ È PERICOLOSO PENSARE COME UN INFLUENCER?

  • L’influencer deve avere necessariamente un target di riferimento sufficientemente ampio. Per quando si definisca di “nicchia” deve essere il più possibile inclusivo. I numeri fanno la differenza.

  • Il libero professionista “classico” dovrebbe essere selettivo, comunicare la sua specializzazione distintiva in un determinato ambito per convincere un numero ridotto di persone in target di essere il perfetto interlocutore per risolvere la loro problematica.

Ti faccio subito un esempio pratico. Su YouTube puoi trovare facilmente un simpatico avvocato che ogni giorno produce piacevoli video sul diritto “ad uso consumer”.

Io come molte altre persone ogni tanto mi diverto a guardarli, conosco e apprezzo il suo brand ma non lo associo ad una competenza distintiva.

In altre parole, se avessi un problema specifico di natura legale non percepirei quel professionista “più competente” di altri suoi colleghi.

Se il problema è poco rilevante, magari lo contatterei per un preventivo ma lo sceglierei esclusivamente se molto competitivo sul costo.


Se invece il problema legale è molto rilevante non mi fiderei ad ingaggiarlo preferendo qualcuno che appare esperto in quel ramo specifico del diritto che interessa a me!

 

CAPISCI DOVE STA IL PROBLEMA?

Anche se riesci a diventare un (micro) influencer del tuo settore rischi di dover applicare “prezzi popolari” per aggiudicarti i lavori di consulenza! In altre parole entri o rimani nel pericoloso meccanismo della “Price Competition”.

Io ritengo che per un libero professionista la giusta strada sia quella di creare un brand di nicchia che lo distingua dai competitor rendendo i clienti disposti a pagare di più per ricorrere ai suoi servizi.

Pensa ad un avvocato che si posiziona come “specializzato” nei crimini informatici alle aziende.

Non genererà mai numeri elevati nei suoi post o video, non sarà mai un influencer nel senso classico della parola, ma sicuramente sarà preferito da coloro che hanno problematiche di quel tipo. Persone che saranno sicuramente disposti a pagare una parcella più alta per godere dei suoi servizi.

Questo per lo più indipendentemente dal fatto che lo seguano quotidianamente sui Social o lo abbiano trovato facendo delle ricerche su Google e solo allora si siano interessati ai contenuti divulgati!

Se tu fossi un avvocato, quale delle due situazioni preferiresti?

Naturalmente non ti sto dicendo di comunicare quello che non sei: la maggioranza dei professionisti è “generico”. Tuttavia questo è un errore strategico di business che rischi di pagare caro.

Inoltre ritengo sia una problematica che debba essere discussa e molto preferibilmente risolta prima di lavorare attivamente alla creazione materiale del proprio Personal Branding, ma questo è un altro discorso!

 

LE CONCLUSIONI…

In questo articolo spero di averti fatto comprendere che l’attività di influencer è un lavoro diverso da quello che svolgi ed è importante che tu ne sia consapevole.

Posizionarti come un influencer sarebbe un’attività molto dispendiosa, quasi una “missione impossibile” e che per giunta non ti porterebbe i risultati di business sperati nella tua attività.

Purtroppo a volte ad ammaliarci verso un’idea di Influencer è il nostro ego, elemento su cui spingono molti consulenti di Marketing. Qualche volta in buona fede, altre volte in modo malizioso per raggiungere i loro obiettivi di business.

Adesso sai perché non trasformarti in un Influencer è la cosa migliore da fare!