Personal Branding: sotto Il Vestito Niente

Personal Branding: sotto il vestito niente?

Ovvero, è possibile e soprattutto intelligente costruirsi un Personal Branding che non corrisponde realmente alla persona e alla professionalità posseduta?

Nel lontano 1985 uscì un film giallo ambientato nel mondo della moda che si intitolava “sotto il vestito niente”. Il titolo provocatorio indicava come dietro il mondo della moda, gli abiti eleganti e la fisionomia appariscente delle modelle non ci fosse nulla di autentico.

Qualche anno fa un amico fotografo mi confidò che in moltissimi ritratti che realizzava, il cliente richiedeva pesanti ritocchi fotografici.
Non si parlava di cancellare un brufolo o appianare una ruga o un’occhiaia ma proprio di richieste di “ringiovanire” il viso e ritoccare pesantemente il fisico cancellando pancia, riducendo glutei e creando linee sinuose.

Una cosa simile accade anche nella costruzione del Personal Branding di professionisti. Qui naturalmente il discorso cade non tanto sulle foto ma sull’immagine professionale che si vuole dare all’esterno (es. titoli di studio, esperienze lavorative, know how posseduto).

Mi è capitato di conoscere persone che onestamente non riuscirebbero neppure a scrivere una letterina alla mamma desiderose che “qualcuno” scriva per loro articoli professionali dall’elevato livello qualitativo in modo da farli apparire “il top” nel loro campo.

Naturalmente pagando è praticamente (quasi) possibile fare tutto ma ne vale veramente la pena?

Io credo fermamente di no per almeno 4 motivi

1 – Le persone le dovrai incontrare…

2 – Nei social intervengono altri esperti

3 – Aspetti etici

4 – Aspetti legali

 

1 – LE PERSONE LE DOVRAI INCONTRARE

Può essere che un tuo cliente o una persona con cui sei in contatto in perfetta buona fede faccia riferimento a quanto tu “avresti scritto” facendoti cadere dalle nuvole.
Ma anche se questa situazione imbarazzante non si verifica, la persona in ogni caso si sarà fatta una prima impressione sulla tua persona in base a come e a quello che scrivi.
Prima impressione che non troverà presumibilmente riscontro durante l’incontro “reale”.

2 – NEI SOCIAL INTERVENGONO ALTRI ESPERTI

Prima o poi arriverà il commento o la critica di un altro esperto che entrerà molto nel dettaglio e si aspetterà risposte (che leggeranno tutti) precise e professionali.

Cosa farai se la risposta da dare eccede non solo le tue reali competenze ma anche quelle del ghost writer che ti ha scritto l’articolo (che non potrà essere per forza di cose un super esperto in materia)?

 

3 – ASPETTI ETICI

La psicologia ci insegna che tutti noi vogliamo apparire agli altri nella veste migliore: è naturale e scontato.
Tuttavia apparire per quello che non si è sicuramente eticamente molto discutibile.

 

4 – ASPETTI LEGALI

Non sono un esperto di giurisprudenza, ma ingannare la controparte facendogli credere di possedere competenze in realtà inesistenti o solo abbozzate credo possa costituire materia di lavoro per un avvocato. O del licenziamento per giusta causa nel caso di un rapporto di lavoro dipendente…

 

Tutti i punti indicati comportano un elevato rischio reputazionale. Una volta che si è stati smascherati sarà molto difficile recuperare la credibilità soprattutto nel mondo Social e sul web.

Per questi motivi alla domanda “Personal branding: sotto il vestito niente?”, la risposta non può essere che un deciso NO.

Il Personal Branding deve essere finalizzato a far conoscere e valorizzare al meglio le proprie capacità e competenze professionali, non a costruire l’immagine un personaggio fittizio che nella realtà non esiste!