Caporetto Reputazione

Caporetto: un problema di Reputation

L’articolo ha un obiettivo un po’ diverso dal solito: quello di discutere insieme gli effetti sulla reputation italiana della battaglia di Caporetto.

La dodicesima battaglia dell’Isonzo, fu un’offensiva austro-tedesca contro le truppe italiane iniziata il 24 ottobre 1917 a Caporetto e terminata dopo una precipitosa ritirata italiana di oltre 150 km fino al fiume Piave.

Caporetto fu sicuramente una tremenda sconfitta per l’esercito italiano. Tuttavia batoste come questa le subirono anche altri eserciti ma in nessun altro caso la sconfitta venne stigmatizzata in un modo così drammatico.

Se stai pensando all’azione della propaganda straniera, purtroppo sei in errore: come spesso accade, fummo noi italiani a rovinarci con le nostre stesse mani.

 

DI CHI È LA COLPA?

In Italia e soprattutto fra i comandanti militari, il primo problema da risolvere fu “a chi addossare la colpa?”
Il generale Cadorna, capo di Stato Maggiore e personaggio assai controverso, non ebbe dubbi e diramò prontamente un farneticante Bollettino di Guerra che iniziava con queste testuali parole:

“La mancata resistenza di reparti della II° Armata vilmente ritiratisi senza combattere o ignominiosamente arresisi al nemico, ha permesso alle forze austro germaniche di rompere la nostra ala sinistra sulla fronte Giulia. “

Generale Luigi Cadorna

Il 29 ottobre 1917 tutti i giornali italiani pubblicarono in prima pagina il bollettino e da allora Caporetto è sinonimo di disfatta e codardia, non solo in Italia ma in tutto il mondo.

Solo il governo transalpino si rese conto di cosa significassero quelle poche righe di testo e la censura francese ne impedì l’uscita.

In quanto al governo Italiano, comprese immediatamente gli effetti che avrebbe avuto e cercò di bloccarlo ma agì con colpevole lentezza e solo a cose fatte.

 

GLI EFFETTI SULLA REPUTAZIONE

Da allora Caporetto è diventato sinonimo di codardia dei soldati italiani. Questo nonostante esistessero innumerevoli testimonianze del valore e dello spirito di sacrificio del soldato italiano.

Lo riprova il fatto che i bollettini di guerra austriaci e tedeschi parlarono di violenta resistenza italiana.
Il 25 ottobre, quindi prima delle affermazioni di Cadorna, il bollettino austriaco affermava che gli italiani si erano difesi strenuamente e quello tedesco che la resistenza era stata superata dopo aspri corpo a corpo.

I problemi del nostro esercito erano tanti e complessi ma non erano legati alla vigliaccheria dei soldati o degli ufficiali che li comandavano.

Tuttavia gli italiani da allora vengono considerati pessimi soldati…nomea che si portano dietro ancora oggigiorno. Tutto questo nonostante l’immensa professionalità dimostrata dalle nostre forze armate nelle tante operazioni di “pace keeping” a cui hanno partecipato nel corso degli anni.

Luigi Cadorna dopo la sconfitta venne sostituito con il generale Armando Diaz: quel bollettino infamante non lo aiutò a mantenere l’incarico!

 

COSA POSSIAMO IMPARARE DA CAPORETTO?

  • La mentalità di ricercare i colpevoli e non le cause impedisce di risolvere alla radice i problemi. Inoltre genera rancori e porta ad azioni sconsiderate fatte dai singoli per “tutelarsi”.

  • La reputazione negativa è sempre un’operazione molto complessa “da ripulire” e tutt’altro che dall’esito scontato. Ti invito a leggere, se non lo hai già fatto, anche l’articolo dove racconto degli effetti della reputazione negativa.

 

CAPORETTO…NON ERA CAPORETTO

Ai tempi della scuola ero convinto che Caporetto fosse in Italia o quantomeno abitato da italiani: niente di più falso!

Caporetto fu il nome che gli italiani imposero durante l’occupazione al paese di Kobarid, oggi sloveno e al tempo della guerra appartenente all’impero austro-ungarico.

Kobarid non è mai stata abitata da italiani, non si parlava la nostra lingua e i soldati italiani non vennero accolti come dei salvatori!